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(Rimasta incompiuta dopo il pomeriggio del 14 Aprile 1950)
Di silenzio fasciato,
seggo fra i libri miei
solitario e angosciato…
E sognare vorrei
in un libro leggendo
i miti del Kalevala stupendo.
Fra le cupe foreste,
su distese di neve,
fra le lagune meste,
avvolto in una greve
nebbia non penserei,
e forse nel mio cuor non soffrirei.
Non comprendo che sento
nel mio povero cuore…
come foglia che il vento
va sbattendo in furore,
esso vibra, esso trema,
pur, di strano piacer mi par che frema.
Che gli manca? che vuole?
qual dolcissimo affanno,
qual tormento gli duole?
quale sognato inganno?…
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